CONSIDERARE I TRIGGER POINT NELLA VALUTAZIONE DEL DOLORE IN PAZIENTI EMIPLEGICI (ICTUS)
- TRIGGER POINT ITALIA
- 12 mar 2019
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 21 mar 2020

Il dolore di spalla nei pazienti emiplegici (hemiplegic shoulder pain HSP) può essere uno dei maggiori problemi per il recupero dell’arto superiore. L'incidenza della spalla dolorosa nel paziente emiplegico può variare dal 16% all'84%.

Diversi studi hanno documentato l'impatto negativo della spalla dolorosa nel paziente emiplegico (hemiplegic shoulder pain HSP) , fra cui: opposizione alla riabilitazione, ritardo del recupero motorio nell'arto superiore, diminuzione della performance nelle attività della vita diaria e aumento dei tempi ospedalieri, depressione e riduzione della qualità della vita. Una delle cause del dolore di spalla può essere determinato dalla presenza di trigger point miofasciali (Myofascial Trigger Points MTrPs). I trigger points miofasciali sono punti iperirritabili che sono associati a noduli palpabili all'interno di una banda tesa di fibre muscolari. I trigger point possono essere classificati in attivi e latenti. I trigger point latenti mostrano le stesse caratteristiche di un trigger point attivo con la sola differenza che non generano dolore spontaneo.
L'ipotesi di formazione dei trigger points trova risposta nei traumi acuti o cronici, in overuse dati da gesti ripetitivi ecc
Nell'immagine viene spiegato il circolo vizioso di formazione dei trigger points miofasciali.

Numerosi studi hanno dimostrato la presenza di trigger point miofasciali in pazienti con dolore cervicale e di spalla di origine non traumatica.

La persistenza di trigger point per lunghi periodi nei muscoli cervicali e della spalla può creare, cefalea, dolore regionale cervicale e alla spalla, vertigini, limitazione della mobilità, sensazione abnormale, disfunzioni e disabilità. Fino ad ora non sono stati fatti studi sulla presenza di trigger point sulla condizione di spalla dolorosa in pazienti post-ictus. Lo studio di Jorge Hugo Villafañe et. al di febbraio 2019 eseguito presso la fondazione Don Gnocchi ha lo scopo di aprire nuove prospettive terapeutiche in questa categoria di pazienti. Sono stati inclusi nello studio 55 pazienti fra i 30 e gli 85 anni, nei tre mesi successivi all’ictus e con punteggio maggiore di 2 sulla scala di Ashworth per la spasticità (non sono stati inclusi pazienti con flaccidità). Sono stati individuati trigger point latenti nei seguenti muscoli: sovraspinato 68%, infraspinato 92%, piccolo rotondo 40%, trapezio superiore 62%. Trigger point attivi: sovraspinato 34%, infraspinato 50%, piccolo rotondo 12%, trapezio superiore 20%.




Il dolore di spalla in seguito ad un ictus può essere causato da un’alterazione della funzione motoria (cambiamenti nel tono muscolare), disordini della cuffia dei rotatori e tendine del bicipite, capsulite adesiva, alterata attività del sistema nervoso centrale e periferico(complex regional pain syndrome type 1, peripheral nerve entrapment, neglect, sensory impairment, central pain, central sensitization) o trigger point miofasciale. Per determinare l’eziologia del dolore sono stati fatti esami diagnostici: risonanza magnetica, test manuali, range of motion passivi e palpazione. Questo studio conferma l’ipotesi che in una popolazione specifica in seguito a ictus, vi è presenza elevata di trigger point miofasciali. Questo studio mostra una prevalenza di trigger points miofasciali in pazienti in seguito a ictus. I clinici dovrebbero dunque considerare l’uso di una valutazione specifica riguardo al dolore miofasciale per la gestione della spalla dolorosa del paziente emiplegico.
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